La rappresentazione della Natività di Nostro Signore
Gesù Cristo ripropone l’ambientazione tipica palestinese, con una prevalenza di
paesaggio desertico, a cui si contrappone una zona verde, con la presenza di
acqua. La valenza simbolica è più che nota: l’acqua fonte di vita e salvezza
per i cristiani; l’altro momento simbolico è la luce in primo piano, sulla
grotta “per rischiarare quelli che
stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e
dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Luca 1:79).
Sono presenti i tradizionali personaggi del presepio:
i pastori con le pecore, il pescatore, più qualche esemplare di scuola
napoletana.
I materiali utilizzati per l’allestimento sono carta e
scagliola, oltre al muschio e pietrisco vario.
È presente un ciclo di luci che alterna il giorno e la
notte; nella fase notturna si scorgono alcune costellazioni e il passaggio di
una cometa; sullo specchio d’acqua si intravede, inoltre, un “effetto
brughiera”.
Nota a margine.
È di qualche settimana fa, a seguito della
pubblicazione del libro di Papa Benedetto XVI L’Infanzia
di Gesù, una presunta polemica sulla presenza dell’asino e del bue nella
grotta; In realtà nel libro il Papa si limita a constatare come nei
vangeli non si faccia mai menzione della presenza di questi animali attorno
alla mangiatoia, ma non ha certo invocato una loro “cacciata” dalla stalla di
Betlemme, anzi ha avuto parole di simpatia per questa pia e peraltro sensata
tradizione popolare.
Allora spendiamo qualche parola su come mai questi
animali sono da sempre presenti nelle rappresentazioni della natività.
L’origine è sicuramente rintracciabile nei Vangeli Apocrifi dell’infanzia, da cui tanti pittori in passato hanno tratto
ispirazione per le loro opere: lungo sarebbe l’elenco delle tante tele e dei
rispettivi autori. Lo stesso San Francesco d’Assisi (“l’inventore” del
presepio), nella sua rappresentazione di Greccio, nel 1223 mette questi animali
accanto alla mangiatoia.
Ma se si vuole andare oltre a queste semplici
spiegazioni, un significato più profondo e nemmeno tanto nascosto lo si trova
nelle parole del profeta Isaia 1,3: “Il bue conosce il
proprietario e l'asino la greppia
del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non
comprende”
Se, dunque, questi animali hanno riconosciuto il loro “padrone” sta a
noi non essere come il “popolo che non
comprende”, ma invece essere quelli che riconoscono ed accolgono il Bambino
che nasce e “viene per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella
remissione dei suoi peccati” (Luca 1:77).
Hanno collaborato alla realizzazione:
RAFFAELE
|
COLUCCI
|
LUIGI
|
COLUCCI
|
ELIO
|
MEO
|
FEDERICO
|
DI CRISTOFANO
|
SALVATORE
|
ACCORDINO
|
MAURIZIO
|
MARRA
|
LORENZO
|
DEL PERCIO
|
GIANLUCA
|
MEO
|
MICHELE
|
BERGAMO
|
CARMELO
|
DI MEO
|
Nessun commento:
Posta un commento