E' vero, si pesca ma non nel Dragone, ed è un peccato. Oggi due volturaresi nei laghi del molise hanno tra l'altro catturato un luccio di quasi 6 chili. Potete ammirare la preda tra le mani di Matteo Del Percio, che l'ha presa all'amo nella foto scattata da Luigi Colucci. Ad maiora.
Volturara Irpina - Notiziario, notizie, curiosità,news e avvenimenti - 3.401 abitanti (Volturaresi). Superficie di 32,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 103,68 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 697 metri sopra il livello del mare. altitudine:da 667 a 1.806 metri. Lorenzo 2000
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Presepe 2010
Nel presepe di quest'anno costruito in sette serate, abbiamo voluto racchiudere alcune semplici idee, la cui spiegazione la diamo di seguito.
Nelle foto: I fedeli alla fine della celebrazione rendono omaggio al Re dei re.
P. Emmanuel durante la celebrazione della messa di mezzanotte, incensa il bambino appena posto nel presepio.
I Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre in cammino verso la grotta.
L'annuncio dell'arcangelo Gabriele ai pastori.
Nel presepio quest'anno siamo riusciti anche a rappresentare il cielo stellato del nostro emisfero, con la via lattea, ed una cometa che lo attraversa, al di sopra dei Magi, visibile solo visitando il presepe in chiesa la sera.
Nel presepio quest'anno siamo riusciti anche a rappresentare il cielo stellato del nostro emisfero, con la via lattea, ed una cometa che lo attraversa, al di sopra dei Magi, visibile solo visitando il presepe in chiesa la sera.
Le fonti storiche del presepe sono i Vangeli di Matteo e Luca: sono raccontata la nascita di Gesù, l'annuncio ai pastori e l'arrivo dei Re Magi. I Vangeli apocrifi arricchirono di particolari la narrazione della Natività ed infine Origene, nel III secolo, aggiunse la presenza del bue e dell'asinello all'interno della stalla. Questi sono i primi scenari che si hanno della Natività e dell'Epifania.
Secondo la tradizione fu San Francesco ad ideare il presepe. Lo stesso, la vigilia di Natale del la 1223. allestì presso Greggio una rappresentazione della scena originale di Betlemme, completa di una famiglia di contadini che deponevano il bambino nel fieno della mangiatoia, circondati da un bue e un asino veri, e da pastori. Ancora oggi in questo paesino per tutto l'anno c'è una mostra di presepi famosissima. La versione più attendibile è invece quella che vede il presepe come il risultato di connubio tra tradizioni, costumi e rappresentazioni sacre all'interno dei luoghi di culto.
Storicamente fu Papa Onorio IV nel 1283 a commissionare la realizzazione del primo presepe: il realizzatore fu Arnolfo di Cambio. Di q uesta splendida opera rimangono oggi solo cinque statuette. Fu però il XVIII secolo ad essere il periodo in cui il presepe ebbe un ruolo fondamentale: Napoli in quel periodo era capitale del Regno Unito e centro di cultura, arte, filosofia, economia. Nonostante l'illuminismo dilagante, a Napoli emerse l'arte del Presepe: la sua rappresentazione si è però molto laicizzata e vede la presenza di personaggi estranei alla scena sacra.
I simboli rappresentati nel presepio
E' la mangiatoia che da il nome al presepe: la sua stessa forma costituisce un messaggio, che presenta due sottolineature. La prima e la più antica, è la profezia della passione, con l'allusione alla morte, e dà luogo a mangiatoie che sono esplicitamente sepolcri o altari; la seconda, cui introducono le figure dell'asino e del bue, è la profezia che tutti gli uomini in Gesù troveranno il cibo della vera vita, il pane del cielo. Per altro la paglia stessa, alludendo al grano, è segno eucaristico.
In questo presepe sono stati inseriti anche altri simboli.
Lo sfondo desertico; rappresenta l’aridità del cuore dell’uomo, con la sua indifferenza; il ponte: l’unione tra il cielo e la terra nella salvezza portata dal Bambino; l’acqua, fonte di vita e segno sacramentale: che ridona colore e vita al deserto e fa rinascere come nuove creature.
Sono stati utilizzati, per la costruzione 75 Kg. di scagliola, oltre trenta sacchi di iuta, colori acrilici, più di cento fogli di carta da 1 metro, 250 metri di cavi elettrici, 8 faretti per creare il mattino, giorno, tramonto e notte, una miriade di altri materiali e un centinaio di pastori. Le dimensioni sono 4 metri di larghezza, 7 metri di profondità, 2,5 di altezza.
Si ringraziano per l’allestimento Raffaele Augusto Colucci e suo padre Lorenzo, con la collaborazione di Egisto Monaco, Leonardo Di Feo, Emma Manganaro, Antonio Pisacreta, Lorenzo Del Percio, Gianluca Meo e la pazienza e gli insegnamenti di Ferdinando Petito.
Buon Natale
Auguri scomodi
Faccio a tutti gli auguri di un felice Natale 2010 con le parole condivise di Agnese Ginocchio, scritte l'anno scorso, ma sempre valide.
Ringrazio tutti voi per gli infiniti pacchi regalo ricevuti su Facebook(troppi!!!) che mi avete inviato e le frasi di Auguri che mi avete dedicato e li ricambio con questo mio ‘Augurio 2009 per un “Natale scomodo…”. Ricordiamoci che la Santa Famiglia era clandestina, immigrata in un paese straniero. Non fu accolta nelle case dei ricchi, ma fu costretta a rifugiarsi in un tugurio, dove ad assistere la Madre partoriente furono persone umili e semplici. Quel tugurio abbandonato non era riscaldato, solo due bestiole (ricordiamoci perciò anche degli animali, non maltrattiamoli e non li abbandoniamo per strada) riuscirono a offrire con il loro corpo un pò di tepore in quella gelida notte…Notte santa, notte di Luce, notte di Speranza, notte di Pace..che se gli uomini avessero compreso il reale significato di quel ‘messaggio disarmante ‘ diffuso dagli Angeli (“Gloria nei cieli e Pace in terra agli Uomini e alle donne di buona volontà..”), oggi non staremmo su questa terra a fare guerre e conflitti, a innalzare muri di odio fra noi, a scandalizzare con la politica di potere, ma vivremmo realmente in Pace…Pace..Pace! Diamo un calcio all’indifferenza e al consumismo, all’apparenza, alla carriera e a quant’altro può distrarci dal reale Messaggio che passa dalla Festa del Natale e rientriamo in noi stessi! Miei cari, la vita é vera quando acquista senso, significato, colore, essenzialità, sobrietà, impegno e compassione! La vita é vera quando l’uomo sa acquistare discernimento, saggezza, equilibrio e capacità di allargare lo sguardo oltre i propri paraocchi…Si troverà di fronte un’ orizzonte che prima non riusciva a scorgere. La vita é vera quando sa essere solidale, condivisa: portare l’uno il peso dell’altro, condividere perciò le gioie ed i dolori dell’ umanità.. Quante volte invece lasciamo i nostri fratelli soli, abbandonati al proprio destino..Quante volte facciamo finta di non vederli, di non udire il loro grido di aiuto? Quante volte non scorgiamo il loro dolore? Il loro dolore, é anche il nostro. Siamo una sola Umanità! Dove sono i nostri interessi?!?! “Ero forestiero e non mi avete ospitato…Ero lì nel tuo prossimo, nel tuo fratello più misero e non mi hai riconosciuto….” . Dove sono i nostri orizzonti dunque? Ricordiamoci che la Santa Famiglia era clandestina, immigrata, povera, precaria senza lavoro, rifugiata in un paese straniero. Perciò ogni volta che vedremo anche noi un clandestino, un immigrato, un rifugiato, uno straniero, un precario disoccupato, un uomo senza lavoro, non trattiamolo male, non cacciamolo via, perché in questi nostri FRATELLI vi é l’immagine della Santa Famiglia, quindi l’immagine di Dio! Dio é venuto nel mondo attraverso le condizioni di un clandestino…di un non fu accolto…Oggi continua a non essere accolto nei nostri fratelli ‘ultimi’, nei senza voce, nei senza volto, nei precari, nei nostri fratelli poveri, schiavi e oppressi da questo sistema di morte che ammazza e schiaccia sogni e speranze dell’umanità! Sono loro il volto di Dio, sono loro la nostra Umanità! Sono sempre loro la nostra Speranza, il nostro Futuro! Quanto tempo perso per cose futili, superficiali… E contemporaneamente accanto a noi si consumano le più grosse tragedie , le violezioni dei diritti umani e le disfatte degli ‘ultimi’. In un tempo di rassegnazione, di passività, di indifferenza e di menefreghismo non lasciamo che si spenga quella Luce della Speranza che scese dal Cielo per unire lontani e vicini, non lasciamo che al bene prevarichi la forza del male conseguenza del nostro disimpegno e dell’ alterigia. Che sia dunque un Natale scomodo, sia un’ occasione e un0opportunità per rifletere seriamente sull’andazio della nostra vita, che sia un Natale che ci faccia sentire la santa irrequietudine, che ci metta sempre più in discussione, che ci conduca in quell’atteggiamento di ascolto e ci induca infine a quell’ interrogativo decisivo ed urgente: Ma io cosa faccio per la Pace (cambiamento di rotta)? Auguri scomodi per un Natale vero di Pace, di Liberazione e di Solidarietà senza confini e senza barriere; un Natale di tutti i colori perché siamo tutti figli e fratelli di un mondo e di un Dio che nasce e che viene al mondo per un gesto incommensurabile d’ Amore e di compassione per l’ umanità…Shalom!
Da “Agnese Ginocchio“, cantautrice e Testimonial per la Pace (Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato -III MIllennio)
Piacevole riscoperta
Alcuni amici in visita al Museo Diocesano di Nusco, dove tra le altre opere sono esposti anche i quadri della nostra chiesa di San Nicola, hanno potuto ammirare le due statue provenienti dal gruppo della crocifissione, che si trovava nella chiesa dell' Addolorata detta anche Oratorio in piazza Carmine; rappresentano la Madonna Addolorata e Maria Maddalena (scultue in legno tardo '500) ai piedi di Cristo Crocifisso. Del gruppo ligneo manca il Crocifisso che versa in precarie condizioni e sarebbe da restaurare.
Festa di San Nicola
Accensione del fuoco in piazza Roma.
La processione.
I fuochisti.
L'uscita del Santo.
Il 6 dicembre, come ogni anno, grazie a tre volenterosi la festa di San Nicola si è svolta con un pò di mestizia; al mattino due nostri concittadini molto amati ci hanno lasciati.
Nel pomeriggio con la partecipazione del nostro vescovo, una grande celebrazione a cui hanno partecipato anche le autorità civili e militari, e la caratteristica processione per le vie del paese con "lo sparo" effettuato praticamente sull'acqua, a metà del tragitto. In serata accensione del grande falò in piazza Roma con le tarantelle di Battista ed il suo gruppo.
A tutti un grazie di cuore.
Nel pomeriggio con la partecipazione del nostro vescovo, una grande celebrazione a cui hanno partecipato anche le autorità civili e militari, e la caratteristica processione per le vie del paese con "lo sparo" effettuato praticamente sull'acqua, a metà del tragitto. In serata accensione del grande falò in piazza Roma con le tarantelle di Battista ed il suo gruppo.
A tutti un grazie di cuore.
San Nicola - Fuochi al Dragone
Un grazie di cuore all'amico che mi ha inviato questo filmato.
San Nicola, Patrono di Volturara Irpina, vescovo di Mira in Licia nell’odierna Turchia, celebre per la sua santità e la sua intercessione presso il trono.
La sua fama è universale, documentata da chiese e opere d’arte, da istituzioni e tradizioni legate al suo nome. Ma sulla sua vita le notizie certe sono pochissime. Nato probabilmente a Pàtara di Licia, in Asia Minore (attuale Turchia), è poi eletto vescovo di Mira, nella stessa Licia. E qui, dicono alcune leggende, compie un miracolo dopo l’altro. Come accade alle personalità forti, quasi ogni suo gesto è trasfigurato in prodigio: strappa miracolosamente tre ufficiali al supplizio; preserva Mira da una carestia, con altri portenti... Qui può trattarsi di fatti autentici, abbelliti da scrittori entusiasti. Forse per gli ufficiali egli ha ottenuto la grazia dell’imperatore Costantino (al quale chiederà anche sgravi d’imposta per Mira); e contro la carestia può aver organizzato rifornimenti tempestivi. Ma si racconta pure che abbia placato una tempesta in mare, e resuscitato tre giovani uccisi da un oste rapinatore... Un “Passionarium” del VI secolo dice che ha sofferto per la fede nelle ultime persecuzioni antecedenti Costantino, e che è intervenuto nel 325 al Concilio di Nicea.
Nicola muore il 6 dicembre di un anno incerto e il suo culto si diffonde dapprima in Asia Minore (25 chiese dedicate a lui a Costantinopoli nel VI secolo). Ci sono pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira. Moltissimi scritti in greco e in latino lo fanno via via conoscere nel mondo bizantino-slavo e in Occidente, cominciando da Roma e dal Sud d’Italia, soggetto a Bisanzio.
Ma oltre sette secoli dopo la sua morte, quando in Puglia è subentrato il dominio normanno, “Nicola di Mira” diventa “Nicola di Bari”. Sessantadue marinai baresi, sbarcati nell’Asia Minore già soggetta ai Turchi, arrivano al sepolcro di Nicola e s’impadroniscono dei suoi resti, che il 9 maggio 1087 giungono a Bari accolti in trionfo: ora la città ha un suo patrono. E forse ha impedito ad altri di arrivare alle reliquie. Dopo la collocazione provvisoria in una chiesa cittadina, il 29 settembre 1089 esse trovano sistemazione definitiva nella cripta, già pronta, della basilica che si sta innalzando in suo onore. E’ il Papa in persona, Urbano II, a deporle sotto l’altare. Nel 1098 lo stesso Urbano II presiede nella basilica un concilio di vescovi, tra i quali alcuni “greci” dell’Italia settentrionale: c’è già stato lo scisma d’Oriente.
Alla fine del XX secolo la basilica, affidata da Pio XII ai domenicani, è luogo d’incontro tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, e sede dell’Istituto di Teologia Ecumenica San Nicola. Nella cripta c’è anche una cappella orientale, dove i cristiani ancora “separati” dal 1054 possono celebrare la loro liturgia. Scrive Gerardo Cioffari, del Centro Studi San Nicola: "In tal modo la basilica si presenta... come una realtà che vive il futuro ecumenico della Chiesa". Nicola di Mira e di Bari, un santo per tutti i millenni.
Nell'iconografia San Nicolaè facilmente riconoscibile perché tiene in mano tresacchetti (talvolta riassunti in uno solo) di monete d'oro, spesso resi piùvisibili sotto forma di tre palle d'oro.
Racconta la leggenda che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, unpadre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farlecosì sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi.Nicola, venuto a conoscenza di questa idea, fornì tre sacchietti di moneted'oro che costituirono quindi la dote delle fanciulle, salvandone la purezza.
Pàtara, Asia Minore (attuale Turchia), ca. 250 - Mira, Asia Minore, ca. 326
Proveniva da una famiglia nobile. Fu eletto vescovo per le sue doti di pietà e di carità molto esplicite fin da bambino. Fu considerato santo anche da vivo. Durante la persecuzione di Diocleziano, pare sia stato imprigionato fino all’epoca dell’Editto di Costantino. Fu nominato patrono di Bari, e la basilica che porta il suo nome è tuttora meta di parecchi pellegrinaggi. San Nicola è il leggendario Santa Claus dei paesi anglosassoni, e il NiKolaus della Germania che a Natale porta i doni a bambini.
Patronato: Bambini, Ragazzi e ragazze, Scolari, Farmacisti, Mercanti, Naviganti, Pescatori,
Etimologia: Nicola = vincidore del popolo, dal greco
Emblema: Bastone pastorale, tre sacchetti di monete (tre palle d'oro)
Acqua... e ancora acqua!
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