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Più conosco gli uomini e più amo gli animali


Una tortorella, sicuramente una di quelle liberate durante un matrimonio all'uscita della Chiesa Madre, dai parenti degli sposi, aveva deciso di stabilirsi definitivamente nel nostro paese, nidificando non su un normale albero delle nostre campagne, ma di fare il suo nido sulla mitica "TEGLIA" di piazza Roma.

Evidentemente era una tortorella di città, che amava la gente e preferiva il movimento e la compagnia alla tranquilla quiete della campagna.

Le avevamo augurato di portare a termine la sua nidiata, sperando che i piccoli una volta divenuti grandi, decidessero di rimanere nei dintorni, non solo sulla "TEGLIA" ma anche sul nostro Campanile Pendente, così da poter vedere un giorno tante tortorelle in volo nel cielo della nostra piazza, segno di pace e di serenità.

Purtroppo una mano crudele ha asportato il ramo, la tortorella e la nidiata.

Fine della riconquista della natura.

La Chiesa Madre si rifà il look


Sono in pieno fermento i lavori di restauro della facciata della Chiesa Madre di San Nicola di Mira, Patrono del nostro amato paese.

La speranza è che per fine luglio (Festività di Sant'Antonio), i lavori siano terminati.

Nei prossimi giorni pubblicheremo il Programma dei Festeggiamenti e tutti gli appuntamenti dell'Estate Volturarese "Cuore verde dell'Irpinia" curati dall'Assessorato alla Cultura del Comune.

Percorsi d'arte a Volturara


LA MADONNA DELLE GRAZIE

Nella splendida cornice della nostra Chiesa Madre è possibile ammirare, tra gli altri, questo splendido polittico di fine 600.

Alcune notizie estratte dal Notiziario della Comunità di Maggio 2003:

...Gli stilemi pittorici presenti sono di chiaro influsso angioino, si può ben pensare che il dipinto originale è attribuibile ad una maniera di dipingere di inizio ’700 o fine ’600 napoletano. Il dipinto venuto alla luce, dopo il restauro, presenta nella parte alta, interessata dalla Madonna con Bambino e puttini, una fattura ed una tecnica pregevole; si nota un colore vivo e luminoso mentre nella parte bassa, riempita da San Nicola e San Carlo Borromeo, una pesantezza di toni. Questo fa presupporre che molto probabilmente la realizzazione è stata eseguita a più mani. Altre notizie, in relazione alla conclusione del restauro, l’ incorniciatura e il posizionamento nella sede propria, cioè l’altare (anche questo restaurato) del transetto di destra...


La dedica recita: DE FAMILIA MARINO EX FAMILIE LVCIAI A.D. 1798

La natura riconquista piazza Roma


Una coppia di tortorelle ha nidificato sul "Tiglio".

Per niente intimorite dall'andirivieni e da quelli che si siedono a chiacchierare alla sua ombra, la femmina cova.

Speriamo che restino così, indisturbate sino alla schiusa delle uova.

Lucchetti dell'amore alla Buca del Drago


Anche il Dragone è stato contagiato, da qualche giorno vi è anche qui, un posto speciale dove giurarsi eterno amore, attaccare un lucchetto per poi gettarne via la chiave.

Incontro fortuito


Andando in giro sulle nostre montagne è ancora possibile imbattersi in incontri un pò diversi: eccone uno!

Escher a Volturara Irpina


Precisazioni sul quadro di M.C. Escher.

A corredo della notizia del quadro di Escher - proprietà del nostro concittadino Raffaele De Feo – riceviamo ulteriori e più approfondite informazioni che volentieri pubblichiamo in un estratto riassuntivo. L’opera artistica di che trattasi è un carboncino di cm 53x42 che ritrae il mostro di Loch Ness, quasi evocato dal mellifluo richiamo del flauto (piffero) suonato da un uomo nudo ripreso di spalle. Il quadro, che riporta sul retro la firma, la data e la registrazione apposte da M.C. Escher, ha raccolto, in tal senso, ampi consensi tra gli esperti sull’originalità e veridicità del prodotto. Casualmente rinvenuto da Raffaele nella soffitta dell’abitazione della propria madre, dimenticato tra varie cianfrusaglie ammonticchiate alla rinfusa per effetto del post – sisma del 1980, il prezioso schizzo acquista ancor più risalto nell’incredibile modalità del riconoscimento.
Regalo amichevole d’una ricca signora svizzera sul finire degli anni cinquanta, all’allora emigrante Maria Petretta, genitrice di Raffaele, esso fu per anni accantonato in un angolo come simbolo d’un gesto affettuoso ma economicamente poco considerato. Definito anzi dal papà del nostro poliziotto, come il “pupazzo” e, più volte a rischio d’essere buttato via, è stato dalla buona sorte indirizzato sul giusto percorso. La Dea fortuna, almeno per una volta, ha davvero dismesso la benda dai suoi occhi e dato una mano al buon Raffaele.
...A tal proposito giungono nel mese di Aprile 2007 conferme legalmente esperite da periti grafici che attestano, come da allegate conclusioni, le risultanze notificate al Tribunale di Roma il 04 agosto 2006.
Al momento le considerazioni che competono al dilettante poeta mi portano comunque a veleggiare sull’onda di un sogno che nasce negli higlander scozzesi e perviene nell’ubertosa valle del nostro Dragone. Fantasia e realtà si fondono insieme per dare infine respiro e consistenza alla faunistica visione d’una figura retorica, in sé racchiudente il timore per l’ignoto ed il desiderio del definitivo riscatto morale. Le note del “pifferaio magico” evocano quindi sensazioni che l’estro di Escher, da artista dell’impossibile, qui ci ripropone in tutta la carica dirompente di antiche e pur sempre nuove suggestioni che ci riportano in un mondo leggendario, ancor palpitante di umorali sentimenti ed aneliti di libertà assoluta. In conclusione, non fosse altro che per questo profondo senso di benessere donato alla nostra anima sensibile al bello, già dovremmo dire a Raffaele De Feo: grazie, amico, comunque ti vada e … buona fortuna nel futuro.

Estratto dal Notiziario della Comunità di aprile 2007

Entrando in paese


Appena usciti dall'Ofantina, ecco aprirsi il panorama di Volturara Irpina col suo Castello-Santuario di San Michele.

Hotel Terminio Volturara


Hotel Terminio, il cui nome deriva dal monte più alto dell'irpinia,il Terminio, è situato a Volturara Irpina,
un paesino di circa 5.000 abitanti che si estende sulla verde piana del Dragone a soli 19 Km da Avellino e a 700 m. slm.

L'Hotel si affaccia sulla piazza centrale, Piazza Roma, al lato della maestosa chiesa Madre "San Nicola di Bari".
La nuova struttura è suddivisa in tre livelli,
il piano terra comprende: la reception, la sala breakfast e la sala riunioni con un ampio spazio antistante usufruibile per banqueting
sul 1 e 2 piano ci sono le confortevoli stanze arredate in stile rustico che le rende particolarmente accoglienti.

Tutte sono dotate di bagno privato.
E' ottima la sua posizione anche per quanti sono amanti delle passeggiate in montagna (Trekker) poiché da piazza Roma si può partire per i percorsi che vanno verso il Terminio e che possono essere scaricati dal sito della Pro Loco (il link è in alto sulla home page).

Per maggiori informazioni visitate il sito: www.hotelterminiovolturara.it

25 aprile - Messa nella cripta di San Nicola a Bari


Notiziario della Comunità di Aprile 2007

Aquilegia




Di questo fiore, è stato ultimamente scoperta una nuova varietà sul Terminio, nel luglio del 1976 da B. Moraldo, insieme ad un gruppo di confratelli della Congregazione dei Fratelli Maristi delle Scuole di Giugliano (Napoli), il 5 luglio esplorando il Vallone del Balordo, presente nella parte occidentale del monte.


Nei giardini dei volturaresi si trovano varie specie di questa pianta.

Monte sant' Angelo


Il monte sant' Angelo sovrastato dal Castello in questa veduta dai castagneti che si estendono verso "lo uccolo".

Il torrione del belvedere


Castello di San Michele


Da questo torrione i volturaresi ed i turisti ammirano il panorama della Piana del Dragone, il paese sottostante e alle spalle il profilo del monte Terminio
http://www.castellodisanmichele.blogspot.com

Il Tiglio


Su di un lato di piazza Roma, di fronte al vecchio Municipio, si erge "la teglia" luogo principe delle vicissitudini dei volturaresi.

Vi si trova sin dal 1789, epoca della Rivoluzione Francese, e molti volturaresi che partecipavano ai moti furono alla sua ombra, giustiziati.

Ora è, oltre che simbolo di una associazione, un albero da tutelare.

Il Santuario ed il Castello


Ecco come appare il luogo nel mese di aprile
2007 in una giornata di sole.
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Volturara e la sua devozione a San Michele Arcangelo


Chi è San Michele Arcangelo?


Tra gli angeli rifulge per la sua bellezza spirituale uno che la Sacra scrittura chiama Michele. Era già considerato dagli Ebrei come il principe degli angeli, protettore del popolo eletto, simbolo della potente assistenza divina nei confronti di Israele. Nell'Antico Testamento appare per tre volte, in particolare nel libro di Daniele (Dn 10,13.21; 12,1), dove è stato indicato come il difensore del popolo ebraico e il capo supremo dell'esercito celeste che difende i deboli e i perseguitati. "Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro".

(Dn 12,1)


Il suo nome in ebraico suona Mi - ka - El significa: Chi è come Dio?

A San Michele è attribuito il titolo di arcangelo, lo stesso titolo con cui sono designati Gabriele ( forza di Dio ) e Raffaele ( Dio ha curato).
Nel Nuovo Testamento, S. Michele Arcangelo è presentato come avversario del demonio, vincitore dell'ultima battaglia contro satana e i suoi sostenitori. Troviamo la descrizione della battaglia e della sua vittoria nel capitolo dodicesimo del libro dell'Apocalisse.
Per i cristiani, quindi, l'Arcangelo S. Michele è considerato come il più potente difensore del popolo di Dio. Nell'iconografia, sia orientale sia occidentale, S. Michele viene rappresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano, sotto i suoi piedi il dragone - mostro, satana, sconfitto nella battaglia. I credenti da secoli si affidano alla sua protezione qui sulla terra, ma anche particolarmente nel momento del giudizio, come recita un’antica invocazione: "San Michele, difendici nel combattimento, affinché non periamo nel giorno del tremendo giudizio."
L’Arcangelo viene riconosciuto anche come guida delle anime al cielo e la tradizione attribuisce a San Michele anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte. Perciò in alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l'Arcangelo porta in mano una bilancia. Inoltre nei primi secoli del cristianesimo specie presso i bizantini San Michele era considerato come medico celeste delle infermità degli uomini. Egli veniva spesso identificato con l'Angelo della piscina di Siloe di cui si parla nel capitolo quinto del vangelo di S. Giovanni
San Michele, infine, ha il singolare privilegio di prestare l’ufficio dell’assistenza davanti al trono della Maestà Divina. Egli stesso si presentò così al vescovo Lorenzo: "Io sono Michele e sto sempre alla presenza di Dio ..." La Chiesa oggi celebra la festa di San Michele, unita insieme a quella di San Gabriele e di San Raffaele, il 29 settembre. In passato, due erano le feste liturgiche in onore dell'Arcangelo (che si conservano ancora per la città di Monte Sant’Angelo): il 29 settembre, come ricordo della dedicazione della Basilica e l'altra, 1'8 maggio, anniversario dell'apparizione di San Michele al Gargano. A partire dall’ XI secolo, queste due ricorrenze particolari del Santuario del Gargano si diffusero in tutta l’Europa. Nel Medioevo entrambe venivano collegate con il Gargano. La festa dell’Apparizione di san Michele l'8 Maggio fu istituita dal papa Pio V (1566-1572). A San Michele furono dedicate diverse chiese, cappelle e oratori in tutta l’Europa. Spesso l'Arcangelo viene rappresentato sulle guglie dei campanili, perché è considerato il guardiano delle chiese contro satana.


San Michele Arcangelo con San Nicola di Bari proteggono Volturara Irpina e la sua valle, dall' alto del monte Sant'Angelo ove sorge il suo Santuario con il castello che sovrasta l'abitato.

Venerdì Santo - Crocifissione

Dal Notiziaio di Aprile 2007


Domenica delle palme in piazza Roma


Presepe 2006


Il presepio di quest'anno, ambientato in Palestina, è addirittura più grande di quello realizzato nel 2001, dalla foto non è possibile vedere tutte le scene, da Gerusalemme in lontananza all'Annunziazione ai pastori della lieta novella, ma chi ha potuto ammirarlo ne ha goduto in pieno.
Buon Natale

San Nicola 2006


il presidente e i soci del circolo San Nicola salutano il maestro Edy e tutta la banda di Ginestra degli Schiavoni.

Volturara Irpina - Lavori al Dragone


Sono in pieno svolgimento i lavori di risistemazione delle aree adiacenti il lago e le bocche del Dragone, nell'immagine la passerella che consente la passeggiata fino al centro del lago.

Fiaba del Gatto Mammone


Viveva in un tempo lontano una mamma che aveva due figlie: la primogenita si chiamava Peppina ed era brutta e cattiva come i fulmini; la seconda si chiamava Stellina ed era buona come il pane e bella come il sole di primavera.
Il destino volle che in casa mancasse il sapone che serviva alla mamma per lavare i panni. Fu così che chiese a Stellina:
"Figlia mia, tu che sei bella, vai dal Gatto Mammone a chiedere il sapone ."
Ella acconsentì e si diresse verso la casa del Gatto Mammone. Si trovò davanti a un palazzo con un bel giardino fiorito.
Bussò e sentì una vocina che la invitò ad entrare, Stellina entrò e vide davanti ai suoi occhi una gattina stanca che cercava di lavare il pavimento con un enorme strofinaccio:
"Non ce la faccio, non ci riesco", si lamentava la gattina. La ragazza ne ebbe compassione e l’aiutò. La gattina la ringraziò e le consigliò di salire le scale.
Stellina si recò al piano superiore, dove trovò due gattine che cercavano di rassettare un letto grandissimo e anch’esse si lamentavano continuamente.
La bambina in cinque minuti mise il letto in ordine e salì al secondo piano, dove trovò tre gattine intente a impastare la farina per fare il pane.
"Non ce la faremo" piangevano le tre gattine.
Ancora una volta Stellina decise di aiutarle: impastò la farina e fece una bella spianata che poi mise nel forno.
Le gattine la ringraziarono e la mandarono verso una stanza dove stava il Gatto Mammone.
Stellina entrò e il Gatto Mammone le chiese: "Cosa desideri?", ed ella gli raccontò tutta la storia.
Ma il Gatto Mammone la bloccò spiegandole: "Lo so! tieni il sapone e anche questo vestito di seta per le buone maniere che hai usato con le mie gattine. Ora stammi a sentire: quando tornerai a casa sentirai il ragliare di un asino: non voltarti! Quando sentirai, invece, il canto di un gallo; voltati! Ora vai!".
La ragazza ringraziò e si mise in cammino verso casa. Appena sentì il raglio dell’asino, non si voltò; ma al canto del gallo si voltò, e le comparve la stella "Diana" in mezzo alla fronte che la rese ancora più bella di prima.
Rientrata a casa, la mamma vide che il Gatto Mammone l'aveva resa ancora più bella di prima, e così decise di mandare da lui anche Peppina, che in un primo momento rifiutò l’incarico, però la mamma riuscì a convincerla. La ragazza si mise in cammino verso il castello del Gatto Mammone.
Arrivata a destinazione, entrò senza neanche bussare, incontrò la gattina che lavava il pavimento e le buttò il secchio dell’acqua a terra.
Poi salì le scale e vedendo le gattine che rassettavano il letto, non poté resistere alla tentazione di disfarlo ancora di più. Salì ancora e le gattine che preparavano il pane si lamentavano.
Peppina buttò a terra tutta la farina.
Entrata nella stanza del Gatto Mammone ricevette un bella sgridata e le gattine la aggredirono stracciandole i vestiti.
Quando scappò via si girò al raglio dell’asino e le spuntò una coda d’asino sulla fronte così che diventò ancora più brutta di prima.
[vedere la versione di una fiaba analoga riportata da Italo Calvino nella raccolta “Fiabe Italiane”.]
Dedicata a Stella ed al Prof.

"lo lagno" Volturara 15 ottobre


Domenica 15 ottobre il centro della Piana

Funghi a Volturara Irpina


Ottima annata per i cercatori di funghi. I "siroli" sono stati abbondanti. Nella foto un esempio per tutti.

Inaugurazione Santuario di San Michele



Dopo 26 anni dal tragico terremoto del 1980, il paese ritrova un pezzo di storia. E’ stata inaugurata la chiesa di San Michele il giorno 29 settembre alle ore 16,00 da S.E. mon. Francesco Alfano, vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, alla presenza delle autorità civili, militari, politiche e religiose. Grazie all’impegno del presule e del cancelliere della Curia, mons. Tarcisio Gambalonga, dell’amministratore p. Emmanuel e del vicario parrocchiale p. Thomas, la chiesa ha ritrovato la sua funzione di luogo di culto, ancorchè bisognoso di ulteriori lavori di completamento, per poter ritornare al suo antico splendore. Grazie al popolo di Volturara che con il proprio contributo, unito alla fede ha permesso e partecipato a tutti i momenti dei festeggiamenti in onore del compatrono del paese, San Michele.
[Estratto dal Notiziario della Comunità di Settembre]
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Scrivo queste due righe per Lucia che ha chiesto notizie sulla statua lignea di San Michele, ma che ha dimenticato di lasciare un e_mail per avere le informazioni utili alla sua laurea.

La statua di San Michele

Il principe di Volturara don Girolamo Strambone nel 1733 commissionava allo scultore-pittore Picano di Napoli la statua d San Michele e di San Nicola che furono pagate la somma di 95,15 ducati.
La statua in questione è opera della scuola scultorea lignea napoletana.
La statua fu restaurata da Trasente (manca la data) Napoli
Ha subito un ulteriore restauro, negli anni scorsi.

Il Castello di San Michele a Volturara Irpina


Si erge sulla sommità del Monte Sant'Angelo, di forma quadrangolare con quattro torri perimetrali ed un Mastio al centro. quest'ultimo con il nucleo interno esisteva già al tempo dei Romani quale punto strategico per sorvegliare le truppe dei Cartaginesi che passavano per la strada "Saba Maioris", che collegava l'alta valle del Sabato a quella del Calore e dell'Ofanto. Con la costruzione nel 1730 della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, la costruzione si espanse oltre le mura e una delle torri divenne Campanile. Questa, ad una sola navata e cappelle laterali, era riccamente decorata da pregevoli stucchi. Il coro, posto a ridosso della parete d'ingresso, era sostenuto da due colonne finemente intagliate. L'altare maggiore ospitava una statua lignea opera dello scultore napoletano Nicola Picano. La statua di San Michele scolpita intorno al 1734 raffigura l’Arcangelo con la spada sguainata che schiaccia col piede destro un serpente nero trattenuto da una catena. Arrivata probabilmente a Volturara nel 1733, in quest’anno venne commissionata dal principe di Volturara don Girolamo Strambone insieme alla statua di San Nicola e pagate 95,15 ducati, le statue della scuola scultorea lignea napoletana dopo la scalpellatura e la raffinatura, venivano rivestite di lino, stucco e infine dipinte con colori a tempera. La firma del Picano non è presente ma in rosso vi è la firma con iscrizione: restaurata da Trasente A.D…. Napoli.
Durante le processioni, i volturaresi dovendo portare la statua a spalla, hanno coniato un proverbio che dice: “Pé l’amore ré San Michele sé porta lo riavolo ‘nguollo”.
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Alba al Malopasso

Giochi in Piazza III edizione


Terza edizione dei giochi in piazza patrocinati ed organizzati dal circolo di San Nicola. Un gruppetto di fanciulli del catechismo si è sottoposto alle prove più strampalate pur di far vincere la propria squadra; i giochi spaziavano dal più classico melone da ingurgitare al salto della fune, dalla corsa nei sacchi al trova la porta bendata. Il clou è stato raggiunto con la corsa della carriola con a bordo una ranocchia. Un salutare e generale tiro alla fune, fuori concorso per i più piccoli, ha concluso la serie dei giochi che hanno visto la vittoria della squadra Arancio.
In serata lauto banchetto offerto dall’associazione uomini cattolici nella piazzetta Sarno, con uno spettacolo cabarettistico.
Uno speciale grazie alle signore del circolo, alle catechiste e alle mamme dei fanciulli, più a tutti quelli che hanno preparato e servito le squisite pietanze!

[Estratto dal Notiziario della Comunità di agosto 2006]

Ciao Don Antonio






Ciao Don Antonio “amico mio”
Ricomincia un’altra settimana e la vita riprende il suo ciclo quotidiano.
Tutto è nella normalità di ogni giorno. Ma tu non ci sei più.
Te ne sei andato lentamente in silenzio. Piano, piano ci hai preparato alla tua partenza.
Quante preghiere, quante speranze, tutti attendevamo il tuo ritorno.
La tua presenza era scontata. Ogni cosa sarebbe tornata al suo posto, ma in una frazione di secondo tutto il nostro futuro si è spento.
Abbiamo perso la Pietra viva della nostra chiesa.
Tu eri il nostro buon Pastore che ci conosceva, ci amava, ci difendeva e ci cercava come fa il pastore con le sue pecore.
Gesù aveva mandato tra noi il suo Angelo come testimone. Tu eri la nostra stella polare. Tu la luce che rischiarava il nostro cammino.
Tu spirito d’amore e di speranza.
Tu il progetto di Dio che sostenevi anche nella fatica di ogni giorno.
Nel tuo cuore Dio aveva messo tanti doni: quello del sorriso,
della gentilezza e dell’amore.
Vigilante nella preghiera, forte nella speranza, premuroso nella carità.
Testimone di vita del Vangelo. Costruttore di pace e unità. Eri in Cristo e vivevi di lui e per lui. Nell’impegno di ogni giorno hai costruito la chiesa di Gesù, testimoniando con la propria vita e coerenza il Vangelo in mezzo a noi, esercitando il proprio servizio secondo i doni ricevuti dallo Spirito.
Hai attraversato momenti difficili e di sofferenza, ma la tua missione di amore non è mai cessata, fino al dono totale della tua vita.
Tutti i momenti vissuti con te sono stati belli. Le ore sono trascorse
veloci, ma sempre abbiamo gustato la gioia di stare insieme.
In ogni tuo gesto di solidarietà e di vera amicizia
c’era sempre presente Gesù.
Per te era bello dare. Eri guida e strumento di salvezza per tutti.
“La parola che non produce frutto è vana” dicevi. Tu non hai guardato alla ricchezza esteriore, ma solo a quella del cuore.
Hai seguito l’esempio di Gesù sempre. Tu il sacerdote Regale, che Gesù si è acquistato per proclamare le sue opere.
Ma lassù hanno deciso che era arrivato il momento di salire al cielo, e ci hai lasciato nello sconforto, nella disperazione, nell’abbandono,
nello smarrimento, nel dolore.
Ma animati dallo Spirito di fede che ci accomuna, siamo convinti che Dio che ha risuscitato Gesù, risusciterà anche te. E da lassù ci starai accanto tutti i giorni come angelo custode personale.
Grazie Don Antonio per esserci stato sempre vicino, in modo riservato,
silenzioso e rispettoso.
Grazie del tuo sorriso che ti ha accompagnato sempre nella tua breve vita e che ci ha aiutato a superare i nostri momenti difficili.
Grazie di essere stato un amico vero.
Ti vogliamo bene e resterai per sempre nei nostri cuori.
Ciao Don Antonio, amico mio

Rosetta e Lorenzo