In una sala consiliare gremita
come non mai, nemmeno in occasione di consigli comunali roventi, un parterre di relatori di eccezione [vedi
locandina del post precedente], ha commemorato questo triste avvenimento di
settanta anni fa, che ha avuto il suo punto più tragico nel bombardamento del
paese da parte delle truppe alleate. La manifestazione è stata voluta da un
comitato organizzatore locale [verdi sempre locandina] e patrocinata
dall'Amministrazione Comunale, che in mattinata ha omaggiato le vittime civili
con una corona posata sul monumento in Piazza Carmine. Tornando al convegno, che
ha riscosso come detto un notevole successo, c’è da dire, che la confortante
partecipazione di un folto gruppo di persone, di tutte le età, segna un punto
positivo per ciò che concerne la memoria di certi eventi; tra il pubblico più
di una persona testimone diretta dei giorni tragici di settanta anni fa, una
quota cospicua di giovani interessati a sentire parlare di un episodio di
“piccola storia” che sicuramente possono agganciare alla “grande storia”,
quella dei libri scolastici. Ed è forse proprio questo raccordo che è stato il
motivo di un così grande riscontro. Ma anche la bontà dei relatori, che in una
sintesi estrema, in tempi “europei” sono
riusciti a tratteggiare gli aspetti principali degli accadimenti. Una parola in
più va spesa per il professore Francesco Barra, ordinario di Storia contemporanea
presso l’Università di Salerno; la sua è stata una mirabile lezione di storia
patria, che pur raccontando le vicende dell’operazione “Avalanche” si è concentrata su un’altra data simbolo dell’Italia:
l’otto settembre riproponendoci il mai risolto dilemma, e cioè se fosse la
caduta dello Stato e dei suoi simboli oppure l’inizio di una fase nuova. È
indubbio che dopo quella data il tratto comune della nazione è stata la
distruzione per la guerra che risaliva mano mano la penisola; poi verrà la ricostruzione
e non sarebbe potuto essere altrimenti, come dice Emile M. Cioran: “In politica, come nella
vita, si costruisce solo sulle proprie macerie”.
Foto e altri resoconti della
manifestazione si possono trovare sulla stampa locale, sul blog Faugnoavolturara
e sulla pagina di Facebook la mia Volturara Irpina.
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