[Estratto dal Notiziario della Comunità di settembre 2007]
Dopo un periodo di stasi quest’anno abbiamo affrontato un nuova prova: il restauro della grande composizione lignea raffigurante l’Arcangelo Raffaele, Tobiolo col cane ed il pesce del fiume Tigri.
Chi è l’Arcangelo Raffaele
E’ l’Arcangelo che fin dai tempi più antichi ha in custodia la facoltà di guarire. In tempi moderni il suo dominio si è esteso sulla medicina, la farmacologia, la chimica. E’ quindi l’Arcangelo ispiratore della scienza applicata all’uomo, soprattutto della ricerca scientifica; colui che fa scendere, attraverso le sue Legioni, idee ed intuizioni nella mente degli individui predisposti.
L’Antico Testamento parla di Raffaele quando, camuffato come un qualunque essere umano, appare al giovane Tobia e lo accompagna e protegge in un viaggio lungo e pieno di pericoli. Il padre di Tobia è cieco, strada facendo Raffaele (che ha dichiarato di chiamarsi Azaria) dà istruzioni precise al giovane sulla preparazione di un particolare farmaco estratto dalle interiora di un pesce: Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato, mettili in disparte; getta via invece gli intestini. Tobia non ha conoscenze terapeutiche ed interroga il "forestiero" sull’utilità di conservare queste parti non certo nobili. L’Angelo sa ciò che sarebbe accaduto nel futuro e così gli risponde: Quanto al cuore ed al fegato ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. Il fiele invece serve per spalmarlo sugli occhi di un affetto da albugine. Si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono. (Tb 6, 4)
Il viaggio è ancora lungo, l’Angelo conosce cose che per il ragazzo sono nascoste. Tobia non sa che sposerà una fanciulla in una città lontana. Una fanciulla perseguitata dal demone Asmodeus che ha ucciso i suoi sette mariti prima che potessero anche solo sfiorarla. Quando si realizzeranno i progetti divini, la notte delle nozze Tobia teme di essere ucciso come gli altri, ma i suffumigi suggeriti dal misterioso accompagnatore libereranno la sua sposa: L’odore respinse il demonio che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò in ceppi (Tb 8, 3). Tornato a casa con la sposa, Tobia spalma l’unguento ottenuto dal pesce sugli occhi del padre, soffia come lo ha istruito l’Angelo, e il vecchio riacquista la vista.
Sarà questo antefatto a consacrare Raphael come nume tutelare della medicina; con qualunque nome egli venga da sempre chiamato, il suo compito è quello di dispensare l’energia risanante e la sua risposta ha come unica condizione la nostra invocazione e la nostra richiesta di aiuto.
Dopo un periodo di stasi quest’anno abbiamo affrontato un nuova prova: il restauro della grande composizione lignea raffigurante l’Arcangelo Raffaele, Tobiolo col cane ed il pesce del fiume Tigri.
Chi è l’Arcangelo Raffaele
E’ l’Arcangelo che fin dai tempi più antichi ha in custodia la facoltà di guarire. In tempi moderni il suo dominio si è esteso sulla medicina, la farmacologia, la chimica. E’ quindi l’Arcangelo ispiratore della scienza applicata all’uomo, soprattutto della ricerca scientifica; colui che fa scendere, attraverso le sue Legioni, idee ed intuizioni nella mente degli individui predisposti.
L’Antico Testamento parla di Raffaele quando, camuffato come un qualunque essere umano, appare al giovane Tobia e lo accompagna e protegge in un viaggio lungo e pieno di pericoli. Il padre di Tobia è cieco, strada facendo Raffaele (che ha dichiarato di chiamarsi Azaria) dà istruzioni precise al giovane sulla preparazione di un particolare farmaco estratto dalle interiora di un pesce: Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato, mettili in disparte; getta via invece gli intestini. Tobia non ha conoscenze terapeutiche ed interroga il "forestiero" sull’utilità di conservare queste parti non certo nobili. L’Angelo sa ciò che sarebbe accaduto nel futuro e così gli risponde: Quanto al cuore ed al fegato ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. Il fiele invece serve per spalmarlo sugli occhi di un affetto da albugine. Si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono. (Tb 6, 4)
Il viaggio è ancora lungo, l’Angelo conosce cose che per il ragazzo sono nascoste. Tobia non sa che sposerà una fanciulla in una città lontana. Una fanciulla perseguitata dal demone Asmodeus che ha ucciso i suoi sette mariti prima che potessero anche solo sfiorarla. Quando si realizzeranno i progetti divini, la notte delle nozze Tobia teme di essere ucciso come gli altri, ma i suffumigi suggeriti dal misterioso accompagnatore libereranno la sua sposa: L’odore respinse il demonio che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò in ceppi (Tb 8, 3). Tornato a casa con la sposa, Tobia spalma l’unguento ottenuto dal pesce sugli occhi del padre, soffia come lo ha istruito l’Angelo, e il vecchio riacquista la vista.
Sarà questo antefatto a consacrare Raphael come nume tutelare della medicina; con qualunque nome egli venga da sempre chiamato, il suo compito è quello di dispensare l’energia risanante e la sua risposta ha come unica condizione la nostra invocazione e la nostra richiesta di aiuto.
(Vedi il gruppo restaurato nei post precedenti)
Parigi il 22 Novembre 2008,
RispondiEliminaSeconda settimana di sciopero. La gente si batte nella metropolitana, risoluti da uccidere per avere un posto.
Arcangelo Raffaele fa un miracolo! Fa che Sarkosy accorda la pensione alle ferroviere a 37 anni di contributo e non a 40 anni come noi altri poveri lavoratori che siamo!
Miracolo per una metropolitana, un autobus o un tram !!!
Ciao Ciao Volturara !!!