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La Mefite di Rocca San Felice








Ieri mattina verso le 10, io e fra Girolamo abbiamo deciso di ammirare la "Mefite" , un laghetto di origine solfurea situato nel territorio di Rocca San Felice.
Tale denominazione ha origine dalla popolazione dei Sanniti che, accasatesi nei pressi del lago, chiedevano alla Dea Mefite, venerata dalla maggior parte delle popolazioni dell'Italia meridionale, ricchezza e protezione.
Le fu dedicato anche un santuario, eretto intorno al VII secolo A.C. Sono stati rinvenuti, nei pressi del tempio, numerosi oggetti provenienti da varie civiltà tra cui anfore, terracotte e l'altare della Dea Mefite, conservato nel Museo di Capodimonte. Il laghetto, invece, è costituito da una pozza d'acqua profonda non oltre due metri per 40 metri di perimetro che ribolle a seguito delle emissioni di gas dal sottosuolo, costituite principalmente da anidride carbonica e acido solforico.
A causa di ciò il territorio circostante è privo di vegetazione e popolazione animale, con pericolo di morte.

Già Virgilio, nell’ Eneide / libro settimo / vv. 563-571, la decrive così:

« est locus Italiae medio sub montibus altis, nobilis et fama multis memoratus in oris, Amsancti ualles; densis hunc frondibus atrum urget utrimque latus nemoris, medioque fragosus dat sonitum saxis et torto uertice torrens. hic specus horrendum et saeui spiracula Ditis monstrantur, ruptoque ingens Acheronte uorago pestiferas aperit fauces, quis condita Erinys, inuisum numen, terras caelumque leuabat. »
« È de l'Italia in mezzo e de' suoi monti una famosa valle, che d'Amsanto si dice. Ha quinci e quindi oscure selve, e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade, e sí rode le ripe e le scoscende, che fa spelonca orribile e vorago, onde spira Acheronte, e Dite esala. In questa buca l'odïoso nume de la crudele e spaventosa Erinne gittossi, e dismorbò l'aura di sopra. »